domenica 25 dicembre 2011

Auguri

CARISSIMI AUGURI DI BUON NATALE

Dialogo tra Eugenio Scalfari e il cardinale Martini sul senso della vita nelle parole di Gesù:
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/12/24/news/scalfari_martini_ges-27141465/?ref=HRER2-1

domenica 4 settembre 2011

Il problema di matematica

A scuola con Troisi... Grande!

domenica 3 luglio 2011

Tempo di Arcobaleno

A Padova insegnanti e genitori insieme, contro i tagli al tempo pieno, a sostegno della loro scuola e dei bambini. Un segnale importante, un esempio da seguire: tutte le iniziative documentate nel blog Tempo di Arcobaleno.

lunedì 30 maggio 2011

Buon compleanno, Giovanni

Tantissimi auguri al mio artista, indomito e selvaggio, per i suoi tredici anni.
Ti voglio bene, piccolo Gio.
Mamma

domenica 24 aprile 2011

Buona Pasqua

Pasqua
A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s'affaccia
ai muri della casa centenaria.
Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, che lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia,
quand'ecco dai pollai, sereno e nuovo,
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l'antica pia favola dell'ovo.

Guido Gozzano

mercoledì 30 marzo 2011

Quando la scuola è una fatica

Bambini: quando la scuola è una fatica
A Essere e benessere si è parlato,  insieme al prof. Alberto Pellai, al prof. Giacomo Stella e al preside Eugenio Scardaccione, delle difficoltà che i bambini trovano nell’andare a scuola.
Qui per ascoltare.

sabato 12 marzo 2011

150 anni dell'unità d'Italia

Molto bello il video di Tecnova con gli auguri per i 150 anni dell'unità d'Italia.

sabato 5 marzo 2011

Piero Calamandrei: discorso in difesa della scuola nazionale


Sembra scritto oggi, ma è dell'11 febbraio 1950 il discorso pronunciato da Pietro Calamandrei nel corso del terzo Congresso dell'Associazione in difesa della scuola nazionale.
Ecco uno stralcio del testo (dal blog del maestro Roberto Sconocchini):

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico
.

Qui il discorso completo.
  

mercoledì 2 marzo 2011

Il manifesto degli insegnanti

Il Manifesto degli insegnanti è un'iniziativa di un gruppo di insegnanti che riuniscono i loro contributi sul sito La scuola che funziona. Pubblico per intero il manifesto, che ho sottoscritto; qui potete leggerne la storia e lo sviluppo, e, se condividete i 13 punti programmatici, firmatelo e diffondetelo.

Il manifesto

1. Amo insegnare. Amo apprendere. Per questo motivo sono un insegnante.
2. Insegnerò per favorire in ogni modo possibile la meraviglia per il mondo che è innata nei miei alunni. Insegnerò per essere superato da loro. Il giorno in cui non ci riuscirò più cederò il mio posto ad uno di loro.
3. Insegnerò mediante la dimostrazione e l'esempio, il riconoscimento dei miei errori illuminerà il mio percorso.
4. Accompagnerò i miei alunni alla scoperta della realtà che li circonda, assecondando e stimolando in ognuno di loro la curiosità e la ricerca, le domande e la passione.
5. Non potendo trasmettere ai miei studenti la verità, mi adoprerò affinché vivano cercandola.
6. Incoraggerò nei miei studenti l’impegno e la volontà di migliorarsi costantemente e di non rassegnarsi mai di fronte alle difficoltà. Io stesso provvederò a formarmi e aggiornarmi continuamente.
7. Farò in modo che la scuola sia il mondo, e non un carcere.
8. Non trasmetterò ai miei studenti saperi rigidi e preconfezionati. La mia visione del mondo mi guiderà, ma non sarà mai legge per loro. Il dubbio e la critica saranno i pilastri della mia azione educativa.
9. Promuoverò lo studio per la vita e contrasterò lo studio per il voto.
10. Raccoglierò elementi di valutazione, rifiutando approcci semplicistici e meccanici che non tengano conto delle situazioni di partenza, dei progressi, dell’impegno e della crescita complessiva del singolo alunno.
11. Lotterò affinchè la scuola sia la scuola di tutti, la scuola in cui ogni studente possa apprendere seguendo tempi e tragitti individuali. Farò in modo che i miei studenti mi scelgano e non mi subiscano.
12. Aiuterò i miei alunni a illuminare il futuro leggendo il passato e vivendo in pienezza il presente. Li aiuterò a stare nel mondo così com'è, ma non a subirlo lasciandolo così com'è.
13. Resterò fedele a questi punti in ogni momento della mia azione educativa, pronto ad affrontare e superare tutti gli ostacoli formali e burocratici che si presenteranno sulla mia strada.




sabato 26 febbraio 2011

Profumo d'amicizia


Non ti dimentichi mai... Grazie.

mercoledì 16 febbraio 2011

Chiamami ancora amore

Bellissima...




Qui l'intervista su la Repubblica

sabato 5 febbraio 2011

Lungo il fiume e lungo la storia


Lungo il fiume e lungo la storia è un’unità di lavoro interdisciplinare realizzata dalla maestra Francesca con i suoi alunni. Ricerca, costruzione della conoscenza, utilizzo integrato dei media - dalla scrittura alle nuove tecnologie – e dei linguaggi sono elementi sempre presenti nelle proposte didattiche di Francesca.

Nel suo blog troviamo questa ed altre preziose risorse che France mette a disposizione.

giovedì 6 gennaio 2011

Buona Epifania

Giotto di Bondone (1267-1337): Adorazione dei Magi.

La stella di Natale


Era pieno inverno.
Soffiava il vento della steppa.
E tremava il neonato nella grotta
sul crinale della collina.

Il fiato del bue lo riscaldava.
Animali domestici stavano nella grotta,
sulla mangiatoia aleggiava un tiepido vapore.

E lì accanto, mai scorta fino allora,

più discreta d'un lucignolo

alla finestra d'un capanno,

riluceva una stella sulla via di Betlemme.

Una gran folla si assiepava presso la collina.

Albeggiava. Comparivano i tronchi dei cedri.

E a loro: "Chi siete?" chiese Maria.

Noi, stirpe pastori e messaggeri del cielo,

siamo qui per cantare lodi a voi due.

"Non si può, tutti insieme.

attendete sulla soglia"

Albeggia. Dalla volta celeste l'alba scacciava,

come granelli di polvere, le ultime stelle.

E dalla gran folla solo i Magi

Maria lasciò entrare nella grotta.

I Magi, nell'ombra, in quella stalla buia

bisbigliavano, trovando a fatica le parole.

A un tratto qualcuno, nell'oscurità,

con la mano trasse un po' a sinistra

dalla mangiatoia uno dei tre Magi;

e quello si volse: dalla soglia, come fosse in visita,

alla Vergine guardava la stella di Natale.


Boris Pasternak