mercoledì 30 gennaio 2008

A sessant'anni dalla morte di Gandhi

Ricorre oggi il 60° della morte di Gandhi. "La mia vita è il mio messaggio" scriveva il Mahatma (Grande Anima in sanscrito, nome assegnatogli da Rabindranath Tagore), grande comunicatore, avvocato, giornalista, profeta della non violenza, ispiratore di molti movimenti di liberazione e dei diritti civili. La satyagraha, resistenza non violenta, è la grande eredità che egli ci ha lasciato. Voglio ricordare anche due grandi personaggi italiani, che ritengo eredi spirituali di Gandhi, ai quali mi sono accostata attraverso gli ultimi studi: Danilo Dolci, poeta, educatore, profeta della non violenza in Sicilia, e Aldo Capitini, filosofo, politico, educatore.

Le parole di Gandhi:

"Qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia."

“Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”.

"Un genitore saggio lascia che i figli commettano errori. È bene che una volta ogni tanto si brucino le dita."

"Apprendere che nella battaglia della vita si può facilmente vincere l'odio con l'amore, la menzogna con la verità, la violenza con l'abnegazione dovrebbe essere un elemento fondamentale nell'educazione di un bambino."

…quelle di Aldo Capitini:

“Io non dico: fra poco o molto tempo avremo una società che sarà

perfettamente nonviolenta... a me importa fondamentalmente

l'impiego di questa mia modestissima vita, di queste ore o di questi pochi

giorni; e mettere sulla bilancia intima della storia il peso della mia persuasione”.

…e quelle di Danilo Dolci:

Ciascuno cresce solo se sognato.

C'è chi insegna

guidando gli altri come cavalli

passo per passo:

forse c'è chi si sente soddisfatto,

così guidato.

C'è chi insegna lodando

quanto trova di buono e divertendo:

c'è pure chi si sente soddisfatto,

essendo incoraggiato.

C'è pure chi educa, senza nascondere

l'assurdo che è nel mondo, aperto a ogni

sviluppo cercando

d’essere franco all'altro come a sé,

sognando gli altri come ora non sono:

ciascuno cresce solo se sognato.

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