lunedì 4 febbraio 2008

LA SCUOLA TRENTINA TRA LE MIGLIORI IN ITALIA

Il Presidente Lorenzo Dellai e il direttore dell'IPRASE, Arduino Salatin, hanno presentato, oggi, i risultati dell'indagine OCSE-PISA 2006, elaborati con un approfondimento a livello provinciale dall'Istituto nazionale di valutazione delle scuole (INVALSI).

La scuola trentina resta tra le migliori d’Italia e d’Europa; il nostro sistema provinciale inoltre appare come una scuola tendenzialmente inclusiva, con minori differenze interne tra i diversi livelli socio-economici dei ragazzi, rispetto ad altre regioni italiane ed europee.

Per la prima volta è stata inserita nell'indagine anche la Formazione professionale trentina. Nel complesso, gli studenti quindicenni trentini si collocano sempre nelle posizioni di vertice, in tutti i 3 campi dell’indagine (Lettura, matematica e scienze), sia nel confronto nazionale che nelle comparazioni internazionali con gli altri Paesi OCSE (guidati dalla Finlandia e dalla Corea). Se non si considerasse il peso della FP, i punteggi ottenuti permetterebbero di guadagnare, sistematicamente, in tutte le aree di competenza altre posizioni. "Ma noi siamo orgogliosi del nostro sistema di Formazione professionale", ha ribadito il Presidente Dellai, "del ruolo storico e di quello attuale di innovazione e di elevazione sociale e culturale di tanti giovani trentini su tutto il territorio provinciale".

In particolare è stato ricordato, infatti, che una delle sfide del futuro è quella di coniugare equità ed eccellenza. Un indicatore per capire come i diversi paesi stanno tentando di rispondere a questo obiettivo è la percentuale di studenti collocati all’interno di ciascun fascia di livello di competenza. Dai dati si può capire in che misura, un sistema scolastico offre le opportunità formative più avanzate che favoriscono per il massimo numero di studenti un accesso ai saperi e alle competenze. I dati di PISA 2006 dicono che il Trentino con una quota del 16% ha già superato il livello di riferimento europeo fissato dall'Agenda di Lisbona, per quanto ad esempio le competenze di lettura.

"Questi risultati" - ha dichiarato il direttore Salatin - "possono essere interpretati anche a sostegno delle scelte che la P.A.T. ha fatto in merito al recupero dei debiti scolastici. Il «no» agli esami di riparazioni, unito all’organizzazione di un percorso di recupero più lungo e distribuito in due anni, sono scelte che rendono evidente come la scuola trentina abbia deciso di farsi carico di quel 34% di ragazzi che hanno debiti, obbligando, da un lato, gli studenti alla frequenza dei corsi di recupero e allo svolgimento delle verifiche (sia all’inizio che durante tutto l’anno scolastico), e dall’altro, chiedendo agli insegnanti un maggiore impegno nell’organizzazione dei corsi. Tale provvedimento è nell’ottica di dare una chance in più a chi temporaneamente sperimenta un percorso di apprendimento caratterizzato da difficoltà."

Nessun commento: